Welfare

Costa d’Avorio: una riconciliazione nazionale agonizzante

Il presidente ivoiriano Gbagbo rimuove tre ministri dell’opposizione dal governo di riconciliazione nazionale

di Joshua Massarenti

Con un decreto da lui stesso firmato, il presidente della Repubblica della Costa d?Avorio Laurent Gbagbo ha reso pubblico la rimozione di tre ministri indesiderabili. L?aveva annunciato due giorni fa in un discorso rivolto alla nazione, sostenendo di aver ?rimesso nelle mani del Primo ministro una lista di personalità che non intendo più vedere nel governo della Repubblica? ivoiriana. Tra questi, spicca il nome di Guillaume Soro, (ex) ministro di Stato con incarico alle Comunicazioni e soprattutto Segretario generale delle Forze Nuove, ovvero il leader dell?ex ribellione armata. Assieme a lui, hanno riconsegnato i loro portafogli ministeriali Youssouf Soumahoro, ministro dell?Insegnamento tecnico, anch?egli delle Forze Nuove, e Patrick Achi, ministro delle Infrastrutture economiche, nonché portavoce del governo di riconciliazione nazionale e membro del PDCI-RDA (ex partito unico di Bédié).
Sebbene Gbagbo abbia in precedenza giustificato la sua scelta in base ad una ?proposta del Premier e capo di governo?, a molti osservatori non è sfuggito il fatto che il decreto presidenziale di Gbagbo segue di poche settimane la decisione presa da una parte consistente dell?opposizione (tra cui Soro e tutti i membri dell?ex partito unico) di boicottare il consiglio dei ministri.
Il boicottaggio era giunto in seguito alla repressione sanguinosa della manifestazione indetta dall?opposizione il 25 marzo scorso. Da allora, il clima politico in Costa d?Avorio non ha più smesso di degradarsi, fino a diventare insostenibile con la pubblicazione del rapporto consegnato il 29 aprile 2004 a Kofi Annan dalla Commissione d?inchiesta dell?ONU. Il rapporto chiama direttamente in causa l?entourage presidenziale, sostenendo che ?la marcia [del 25 marzo] ha servito di pretesto ad un?operazione accuratamente pianificata ed eseguita dalle forze di sicurezza, ovvero la polizia, la gendarmeria, l?armata, nonché le unità speciali e le ?forze parallele?, [il tutto] sotto la direzione e la responsabilità delle più alte autorità dello Stato?.
Secondo la commissione d?inchiesta, almeno 120 persone avrebbero trovato la morte, 247 sarebbero rimaste ferite e 20 altri sparite. Da parte sua, Gbagbo aveva reagito con violenza ad un?inchiesta da lui stesso richiesta per ?appurare i fatti?.
Per uscire dall?impasse politico-istituzionale, alcuni contatti erano stati presi tra i promotori del boicottaggio e il Primo ministro Seydou Diarra per rilanciare il dialogo. Si parla addirittura di un incontro tra il Premier e Gbagbo che avrebbe preceduto di poche ore il discorso televisivo in cui Gbagbo ha preannunciato la rimozione dei tre ministri. A questo punto ci si chiede se il governo di riconciliazione nazionale sopravvivrà a questo ennesimo contraccolpo nei confronti dell?applicazione degli accordi di Marcoussis firmati nel gennaio 2003. Accordi che prevedevano una spartizione del potere tra opposizione civile, ex ribelli e il partito presidenziale.

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